domenica 20 aprile 2014

Una fiaba cioccolatosa per Pasqua! Auguri a tutti!

Armida, la dolce streghetta.
Cari bambini,
la fiaba che vi racconto oggi è una storia incredibile e balorda, che accadde in un tempo lontano che dirvi non so.
Si narra dalle mie parti che, in una giornata di splendido sole, sulle rive del piccolo lago incantato delle streghe, nacque per inganno una piccola strega dal cuore dolce e gentile.
Ohibò, cosa sentono le vostre orecchie e cosa scrive la mia matita! Giornata di sole? Cuore gentile?
Che sciagurata disdetta! Quale terribile misfatto!
Le streghe non possono nascere col sole, ma soprattutto non possono essere dolci.
Il codice stregonesco prevede che le streghe D.O.C. siano: dispettose, un po’ antipatiche, combina guai o pasticci, e... chi più ne ha più ne metta.
Quella disgraziata streghetta, povera e sventurata, avrebbe dovuto essere immediatamente allontanata dalla comunità del lago.
La sua mamma e il suo papà però fecero scudo attorno ad Armida, la loro sfortunata bambina, e non permisero a nessuno di portarla via; mostrando in sua difesa, a chiunque tentasse di avvicinarla, le loro lunghe, spaventose unghie.
Fu così che la piccola strega dal cuore dolce iniziò la sua vita solitaria.
Certo, avete capito bene: si sentiva molto sola, perché i suoi compagni di giochi la consideravano noiosa, visto che non faceva dispetti a nessuno. Persino la maestra la rimproverava ogni giorno perchè: aveva la cartella ordinata, non dimenticava mai nulla e cosa gravissimissima, faceva sempre i compiti.
Armida non riusciva proprio ad essere birbante. Si sforzava di fare i capricci, cercava di escogitare monellerie, ma senza successo.
Amava i colori della natura e i profumi, soprattutto quello della vaniglia, delle cortecce di legno e del tabacco e passava le sue giornate a sognare un mondo pieno di bontà.
Tanto grande era il suo desiderio che un giorno Armida, intenta a riordinare gli attrezzi da lavoro nell’officina del suo papà , un po’ sovrappensiero,  fece cascare a terra una chiave inglese che si ruppe, ahimé, in due pezzi.
Armida, dispiaciuta in cuor suo per l’accaduto, era però anche contenta di poter finalmente dare una buona notizia ai suoi genitori. Corse da loro per raccontare di questa sua birichinata. La strega e lo stregone restarono stupefatti: - Com’è possibile che un attrezzo di ferro si sia rotto in due pezzi? Brava Armida! Sei stata davvero birbante! – Le dissero, orgogliosi.
Ma, avvicinando la chiave per osservarla meglio, mamma e papà sentirono un intenso profumo di cioccolato, tanto che, istintivamente, diedero un morso all’attrezzo.
- Che sapore magnifico! - I genitori di Armida non avevano mai assaggiato nulla di così buono. Corsero nell’officina e si accorsero che tutti gli attrezzi di papà stregone: viti, bulloni, cacciaviti, pinze, tenaglie erano tutte state trasformate da quella magia.
Per festeggiare la prima monelleria della loro piccola figlia, mamma e papà invitarono tutta la comunità del lago incantato. Streghe, stregoni e streghette fecero una grande scorpacciata di tutti gli attrezzi che i genitori di Armida offrivano loro con tanto orgoglio. Avevano tutti le bocche e i denti neri di cioccolato e siccome sono, notoriamente molto golosi, andarono avanti tutto il giorno a mangiare quelle prelibatezze. Giunta la sera le pance di tutti cominciarono a brontolare. Certo, nessuno di loro sapeva che a mangiare enormi quantità di cioccolato viene il mal di pancia. Fu così che l’intera comunità si ritrovò a saltellare tenendosi la pancia per il forte dolore, intorno alle rive del laghetto.
Armida, col suo grande dono di trasformare tutto in cioccolato, era riuscita, senza volerlo, a fare la seconda birichinata facendo venire a tutti il mal di pancia.
Da allora in poi venne rispettata dall’intera comunità, anche se tutti sapevano che era sempre e comunque la strega dal cuore dolce e gentile e.... pare – ma non spargete la voce! – che ancora oggi Armida continui a trasformare tutto ciò che tocca in cioccolato.
Il pinguino prestigiatore è preparato da
L'Officina del cioccolato di Domodossola