venerdì 24 dicembre 2010

La fiaba di Natale di Echino: Un regalo originale



C'era una volta...
un presepe, un bellissimo presepe, con il muschio vero e l'acqua nel laghetto e tante statuine. Si trovava vicino alla finestra nella casa di un’anziana contadina, che amava sedersi a guardarlo, soprattutto nelle sere fredde, quando la neve scendeva calma e morbida sul paese silenzioso, nella stufa i ceppi scoppiettavano e le fiamme si rincorrevano giocando.
Erano momenti speciali quelli per lei: di riposo, dopo le sue lunghe e faticose giornate di lavoro e di pensieri, a volte allegri, altre volte di malinconia. Sempre però giungeva alla medesima conclusione: “La vita  è bella, comunque e nonostante tutto ed è una fortuna viverla.”
Una sera, l'antivigilia di Natale, la signora era turbata perché ancora non si era procurata i regali per i suoi cinque nipoti.
“Questi bambini hanno già tutto, cosa posso dare loro che non sia scontato?” si chiedeva, e poi: “...Domani domanderò consiglio ai miei amici, loro mi hanno sempre dato buone indicazioni!”
L'indomani mattina, quando quasi tutti nel paese ancora dormivano, la contadina si coprì per bene con due grossi stivaloni ed una calda sciarpa di lana e piano, piano, per non scivolare, si diresse verso la stalla.
“Buon giorno cari animali, avete riposato bene questa notte? E lei Bianchina ha ancora il raffreddore?” chiese la simpatica nonnina entrando là dentro.
“Buon giorno a lei Maria, tutto bene grazie. E lei come si sente?” risposero le mucche ancora un po' assonnate, sbadigliando. Malgrado si conoscessero da tutta una vita gli animali e la contadina si davano del lei in segno di profondo rispetto.
“Bene anch'io!” rispose lei “Ho solo un piccolo cruccio per i regali di Natale dei miei nipoti, non avreste qualche brillante idea per togliermi d'impiccio?” 
Allora Rosa, la più saggia tra le mucche, suggerì: “Senta Maria, noi abbiamo conosciuto e ammirato tanto in tutti questi anni la sua pazienza, il suo immenso coraggio, la sua sottile ironia e la forza che da lei sprigiona. Queste sue doti sono già un regalo per i suoi nipoti perché ogni giorno le sperimentano vivendole accanto. Perché non prepara per loro una torta speciale, non servono tanti balocchi per dire ad un bimbo: ti amo”.  
“Che splendida idea! Grazie, davvero gentile, ma dove la trovo una ricetta speciale?”
“Se promette di non darla a nessuno gliela suggerisco io, l'ho letta una volta nel libro di cucina della mia povera nonna, pace all'anima sua..” disse il toro con la sua voce da baritono e continuò:
“... Prenda il latte dalle mie gentili signore, si faccia dare le uova fresche dalle compari galline e poi zucchero e farina ed il gioco è presto fatto se non sbaglia la ricetta.”
La contadina, che aveva ascoltato attentamente, promise di non rivelare mai il segreto e dopo aver munto le mucche, dato loro da mangiare e ripulito stalla, conigliera e pollaio, si apprestò a rincasare non senza prima aver salutato tutti quanti i suoi amici.
Passò dalla bottega per comprare gli ingredienti che sapeva di non avere in casa ed il pane per il pranzo del mezzodì e con un sorriso particolarmente gioviale, salutando per strada i suoi compaesani, compreso il Parroco ed  il Sindaco, si diresse impaziente verso casa. Chiuse la porta a chiave, per non essere disturbata nel lavoro e dopo aver dato un'occhiata al suo presepe, si mise all'opera.
Prese una terrina di ceramica e un cucchiaio di legno e lesse quella bizzarra ricetta. 
Diceva così: rompere ventidue uova freschissime e lanciarle con vigore dentro la terrina che avrete precedentemente riempito di zucchero fino all'orlo, poi amalgamare con cura.
Così fece la nonna, incurante degli schizzi di zucchero e di albume che saltavano per tutta la cucina. Poi  prendere un setaccio e con una calma estrema setacciare tutta la farina.
Aggiungere un pizzico di sale ridacchiando e versare latte in grande quantità.
Solo chi è dotato di coraggio può credere in una ricetta così strana, pensò la nonna.
Maria impastò tutti gli ingredienti con passione, mentre la sua cucina stava diventando un vero campo di battaglia, però si divertiva proprio tanto. Aperto il forno mise la torta sottosopra per cuocerla, perché così diceva la ricetta e lei pensò: “Bisogna saper affrontare anche gli imprevisti nella vita!”
Quella sera, davanti al suo presepe, nonna Maria era proprio soddisfatta: “Che bel lavoro ho fatto! C'è ancora un po' di caos in giro, ma non è così importante.”
Alla mattina cinque grosse tazze fumavano sul tavolo e un profumo dolcissimo riempiva la casa. I bambini arrivarono di corsa, uno dopo l'altro, e senza scomporsi minimamente per il disordine che ancora regnava in cucina, si misero a mangiare quella torta gigantesca servita a testa in giù, felici di un regalo finalmente originale.

lunedì 20 dicembre 2010

Giochi di parole

Anagramma

Le OCHINE non sono piccole oche del cortile, se ben ci pensi troverai la soluzione è semplicemente l’anagramma del mio nome. 

La mia primissima recensione (scritta nel novembre del 2009)

Il mio giornale. Manuale per giornalisti in erba

Indovinate un po’ cosa sto leggendo in questi giorni? Un libro dal titolo: Il mio giornale. Manuale per giornalisti in erba.
Sì, beh, insomma sono anch’io un giornalista alle prime armi e mi sto documentando. Questo libro è un interessante viaggio per capire come si realizza un giornale, partendo dalle fonti, passando per la redazione, fino ad arrivare alla pagina stampata.
Insieme a mamma e papà, o con la maestra e i compagni, potete anche creare il vostro giornale personale o di classe con l’aiuto del CD che vi insegna ad impaginare gli articoli e le immagini.
Il libro è stato scritto da due giornalisti: Fabio Galati e Laura Montanari. Illustrato da Francesca Rossi. Edito da Lapis edizioni. Costa €.15,50

domenica 19 dicembre 2010

Echino’s English corner


Voglio giocare con te anche in inglese. Leggi e colora il mio saluto e la mia presentazione.




Hi Kids!
My name is Echino.
Play with me!

Echino emozionato a teatro


Che sballo l’Opera ragazzi!!! Ci siete mai stati in un vero teatro? No, vero? I grandi sono convinti che noi a teatro ci annoiamo e disturbiamo. Siamo piccoli, non trogloditi!
Beh, vi racconto la mia prima serata come spettatore al teatro Coccia di Novara.
Sono stra super iper emozionato e eccitato.
Entro nella sala e resto senza fiato. Il palco è ancora chiuso dal sipario, due tendoni bellissimi e morbidi di color marrone chiaro, subito penso: me ne basterebbe un pezzetto per farmi un  elegante copriletto! Poi gli occhi salgono ancora e... WOW!! C’è una cupola sopra la mia testa con al centro un lampadario immenso. Chissà che fatica fanno a tenerlo così pulito e lucido? Ho anche paura al pensiero che possa cadere sulle teste di noi spettatori, ma poi rido a questo pensiero e lo caccio via. E tutto intorno, davanti ai palchetti, che somigliano a eleganti celle per le api, vedo delle lampade tonde strabelle. Non riesco a contarle, perché sono tantissime. Lo spettacolo comincia, le luci si abbassano e diventano fioche e a me sembrano lucciole dei prati. Non vi dico le poltrone... morbide e comode, che se proprio  lo spettacolo vi annoia, ma secondo me è impossibile!, potete farvi una bella dormita. Ah, dimenticavo l’orchestra... sotto al palco, in una specie di buco, ma è fatto apposta così, non sono in castigo, tutti gli orchestrali, con il maestro che dirige.
E il sipario si apre sulla prima scena della Turandot. Che spettacolo! Una scenografia imponente, sembra un castello o la cinta di un’antica città, gli attori indossano abiti antichi e hanno sciabole e spade luccicanti, al solo pensiero di andare al parco giochi conciato così  mi scappa da ridere. La musica parte insieme al canto. E’ vero, non capisco tutte le parole, ma la storia sì, perché sto attento. La principessa di Pechino Turandot non vuole sposare nessuno e quindi sottopone ad ogni pretendente tre enigmi, che nessuno sa risolvere e a chi sbaglia viene tagliata la testa. Cattivella questa principessa, mi ricorda la mia compagna di banco!! Ma il principe Calaf, innamorato di lei,  ce la fa e poi, probabilmente per vendicarsi degli enigmi di quella smorfiosa, le chiede di indovinare il suo nome.
Ma non ve lo racconto tutto, andate a vederlo. Chiedete a mamma e papà di portarvi a teatro, o ai vostri insegnanti, ne vale la pena. Ce ne sono tanti di teatri, anche vicino a voi e ci sono gli spettacoli al mattino, fatti proprio per gli studenti.

Le recensioni di Echino (scritta il 13.01.2010)

Luisa, le avventure di una gallina

Chi di voi ha mai conosciuto una gallina avventurosa? Ve la presento io, si chiama Luisa. La sua storia - davvero insolita per una pollastrella – è ambientata tra feroci pirati, acrobati del circo e maghe misteriose. Potete leggerla nel libro: Luisa, le avventure di una gallina. L’autrice è Kate Dicamillo e le illustrazioni, di Harry Bliss, sembrano poesie colorate. Edito da Mottajunior costa €. 12,00 Per addormentarvi la sera sognando mondi lontani!