mercoledì 29 dicembre 2010

Silvia Cossutta è una dolcissima maestra, ma anche un'artista e queste sono le sue creature, o meglio: i suoi sogni.. i sogni di Poo!! Vero bimbi che ho fatto bene a presentarvela?? :-D
































 Tiziana Rinaldi è l'illustratrice che ha disegnato la ranocchia in "Strocca che fila, fila che strocca". Il libro, pubblicato nel 2007 dalla casa editrice Mammeonline, è adatto ai bimbi dai 4 anni, si può colorare, leggere e... giocare!! :-D


martedì 28 dicembre 2010

Una fiaba sull'adozione: Lillo, il palloncino blu.

Lillo è un simpatico palloncino che vive a Blulandia, il paese di qua dal mare. E’ rimasto solo purtroppo perché i suoi genitori palloncini per un terribile incidente sono scoppiati. Lillo era molto piccino, ma ha ancora qualche ricordo di quel tempo.
Qualche volta accade ai piccoli palloncini di restare soli: i genitori talvolta scoppiano, come è capitato a quelli di Lillo, o volano via, magari spinti da un vento malvagio.
Quando questo avviene però, le Colombelle Turchine avvertono immediatamente Barbazzurra, il vecchio saggio di Blulandia, che riunisce gli Gnomi Barbini e insieme a loro decide ciò che è meglio fare per il piccino.
Anche per Lillo le cose sono andate in questo modo e due Colombelle lo hanno preso per il cordino e accompagnato nella Casa dei palloncini soli, in attesa di una migliore sistemazione. Si sta abbastanza bene in quella grande casa: ci sono giochi e libri, si mangia e si dorme tutti insieme e si può anche guardare la tv. Lillo è cresciuto di qualche anno, ma è spesso triste e passa le sue giornate col cappellino calato sugli occhi. Sì, perché quando si guarda allo specchio, ricorda ciò che gli hanno raccontato del suo papà, di quando aveva tagliato un’estremità del suo cordino per legarlo stretto stretto a Lillo, in modo che l’aria non potesse più uscire, mentre la sua mamma lo aveva decorato con delle margherite, e questi pensieri gli fanno venire il magone.
Un giorno Barbazzurra, il vecchio saggio, chiama le Colombelle Turchine e dice loro che sono giunti a Blulandia una coppia di palloncini che arrivano da Roxilandia, il paese di là dal mare e sono molto desiderosi di adottare un piccolo palloncino. Barbazzurra sta parlando con loro ma ha chiesto anche informazioni a Barbarossa, il vecchio saggio di Roxilandia. Sembrano proprio due bravi palloncini che amano tanto i piccoli.
  • Perché volete adottare un palloncino già gonfiato? – chiede Barbazzurra.
  • Perché vogliamo amarlo con tutto il nostro cuore. – rispondono i due.
  • Non potevate gonfiarvene uno? – Barbarossa conosce già tutte le risposte, ma vuole sentirle dire anche da loro per essere davvero sicuro dei loro sentimenti.
  • Ci abbiamo provato, ma non ci siamo riusciti. Però vorremo bene al palloncino che ci darete, lo ameremo come se lo avessimo gonfiato noi stessi e se possibile anche di più! –
Barbazzurra sa che hanno compiuto un lungo viaggio per giungere fino a Blulandia, che non è stato affatto semplice ed è ormai convinto che Rosa e Rossano saranno proprio degli ottimi genitori, perciò manda le Colombelle a chiamare Lillo.
Queste, giunte nella Casa dei palloncini soli, lo trovano un po’ sgonfio, non riesce nemmeno a toccare il soffitto tanto è triste.
  • Lillo, devi venire con noi! Il vecchio saggio ha trovato due bravi genitori per te. Non sei felice? –
Più che felice, Lillo è spaventato a morte, gli tremano persino tutte le margherite che ha appeso al cordino. La testa gli scoppia per le tante domande che ha dentro e che non riesce a porre a nessuno. – Chi saranno? Davvero mi vorranno bene? E se sono antipatici? E se sono brutti? E se hanno un cattivo odore? –
E poi è triste di dover lasciare la grande casa e tutti i suoi amici.
Povero Lillo, dal suo punto di vista, il suo è un bel salto nel vuoto senza paracadute e il rischio di farsi male o di scoppiare è grande, o almeno così gli sembra.
Ma anche Rosa e Rossano nel frattempo cominciano a sentire un po’ di timore e mille domande riempiono anche la loro testa. – Chissà quanto ha sofferto questo bimbo? Chissà se sarà felice di averci come genitori? Chissà come si troverà a Roxilandia, nel paese di là dal mare?-
Tutti abbiamo paura a volte, è normale: sia i grandi, che i piccini; in modo diverso magari, ma la paura è dentro ognuno di noi e non è sempre facile combatterla.
Barbazzurra vede che sia Lillo che i suoi futuri genitori sono preoccupati e allora decide che passeranno un paio di giorni a Blulandia, prima di partire per il paese di là dal mare, per cominciare a conoscersi. Sarà un lungo viaggio e non senza sorprese e poi a Roxilandia i palloncini sono quasi tutti rossi, non blu, come di qua dal mare e Lillo deve essere preparato. Rosa e Rossano hanno portato delle belle fotografie della loro casa e del loro paese e le mostrano a Lillo, mentre passeggiano nel parco di Blulandia. Quando Barbazzurra ritiene che siano pronti li fa chiamare dagli Gnomi Barbini e dice loro:
  • Gli gnomi vi accompagneranno fino in cima alla collina e poi da lì viaggerete da soli. Mi raccomando siate prudenti e non scoraggiatevi mai, perché è normale che incontrerete qualche difficoltà, ma siete persone speciali e tu Lillo sei un fantastico palloncino e sono certo che il tuo futuro ti sorriderà!
Lillo e i suoi nuovi genitori ringraziano tanto il vecchio saggio e partono accompagnati dagli Gnomi, salutando le Colombelle Azzurre.
Lillo ha un nuovo cappellino, l’ha scelto rosso perché voleva assomigliare un po’ di più a Rosa e Rossano. Ha timore di loro, non sa bene ancora se si può fidare e poi ha anche paura che il voler bene a loro gli farà dimenticare del tutto la sua mamma e il suo papà di prima, dei quali ricorda ormai molto poco, ma questo lui proprio non lo desidera.
Arrivati in cima alla collina, gli Gnomi Barbini li salutano e gli augurano buona fortuna, dicendo loro:
- Ricordate che la cosa veramente più importante del mondo è volersi sempre bene. Come augurio di buon viaggio vi regaliamo questa polverina di BENE da bere tutte le mattine con un goccio d’acqua.
- Grazie mille! – rispondono loro e cominciano a volare da soli coi cordini belli stretti l’uno all’altro. Lillo è felice di tornare a volare e in mezzo a Rosa e Rossano si sente per la prima volta dopo tanto tempo protetto e questa gli sembra una bellissima sensazione. Anche i due genitori sono contenti, quel piccino in mezzo a loro li riempie di gioia. Il viaggio sopra al mare è lungo e faticoso e di tanto in tanto hanno bisogno di riposare.
  • Fermiamoci su quella nuvola! – dice Rosa – Lillo è stanco e anche noi abbiamo bisogno di riposo.
  • D’accordo – risponde Rossano.
  • Sì, sì! – dice Lillo – io ho anche una gran fame.
La nuvola che li ospita è ben felice di offrire loro anche una bella merenda, sa che devono compiere un lungo viaggio e mentre riposano si fa raccontare la loro storia.
  • La cosa veramente più importante del mondo è che vi abbracciate sempre! – dice la nuvola. – Ho qui una manciata di abbracci perduti, sono di persone molto distratte a quanto pare, ma dal momento che li hanno persi li regalo a voi, sicuramente vi serviranno. –
  • Grazie tante! – dicono in coro Lillo, Rosa e Rossano e insieme ripartono.
E’ quasi sera, Lillo e i suoi genitori sono affaticati. Chiedono ospitalità alla luna, che è ben lieta di tenerli nella sua metà e di cullarli per la notte. Sa che arrivano da molto lontano e hanno un lungo viaggio da compiere. Al mattino, quando si preparano per la partenza, dopo essersi stiracchiati per bene tutti e tre, la luna vede che Lillo è triste perché una delle sue margherite si è sciupata. Ma nello stesso istante vede Rosa che lo accarezza e gli dice piano:
  • Lillo non essere triste. Qui siamo in mezzo al mare, ma appena arrivati a Roxilandia andremo a cercarne una nuova nel prato dietro casa e questa la terrai nel tuo album delle foto ricordo, così non rischierai di perderla e potrai sempre guardarla quando ne avrai voglia!
Lillo allora sorride e la luna capisce che Rosa ha fatto centro, non avrebbero nemmeno bisogno di consigli, ma prima che partano dice loro comunque:
  • Ricordate sempre che la cosa veramente più importante del mondo sono le coccole, non si può crescere senza. Ne ho qui una scatolina che mi ha regalato un giorno una fatina, la regalo a voi, come augurio di buon viaggio! –
  • Grazie mille! – rispondono Lillo e i suoi e insieme ripartono.
Ma il viaggio è davvero molto lungo e faticoso e presto la stanchezza si fa sentire. Un gruppo di cicogne che passava di lì per migrare si offre di dare loro un passaggio e la cicogna più grande presi in bocca i tre cordini arrotolati li porta per un lungo tratto, poi lo stormo deve cambiare direzione e si salutano.
  • Grazie mille! – dicono i genitori insieme a Lillo.
  • E’ stato un vero piacere! – urlano le cicogno mentre si allontanano e aggiugono: - Ricordate sempre che la cosa veramente più importante del mondo sono i sorrisi. Anche quando vi sembrerà di essere tristissimi provate a sorridere e vedrete che tutto andrà meglio! Ecco qui un sacchettino di sorrisi che abbiamo raccolto per il mondo!
  • Grazie tante, davvero, ci serviranno!! – rispondono i tre.
E insieme ripartono per il loro viaggio, che per la verità sta per finire perché si intravvede di là dal mare la costa. Quando la raggiungono vedono tante famiglie di palloncini rossi che prendono il sole e fanno il bagno e Lillo è così eccitato che Rosa e Rossano decidono di fermarsi qualche ora lì sulla spiaggia. Fanno il bagno insieme e mentre mamma e papà si asciugano al sole il piccolo gioca con gli altri palloncini.
- Come ti chiami? – gli chiedono i suoi nuovi amici.
- Mi chiamo Lillo. – risponde lui.
- E perché sei blu? – chiede una palloncina. Lillo non ci aveva fatto caso, ma in effetti loro sono tutti rossi e lui è diverso da loro. Rosa e Rossano lo avevano avvertito prima di partire, ma sentirselo chiedere dagli amici mette Lillo in imbarazzo.
- Credo di essere blu perché vengo da un paese molto lontano, di qua dal mare che si chiama Blulandia. Là tutti i palloncini sono blu come me.
- Interessante, interessante! – risponde la bimba e poi domanda: - E chi sono i tuoi genitori?
- Sono quei due là che mi fanno ciao con la mano.
- Impossibile! – dice preoccupato un altro piccolo palloncino – Non vedi che loro sono rossi e tu blu, com’è possibile che ti abbiano gonfiato loro?
Questa volta Lillo non sa proprio cosa rispondere e si allontana dal gruppo molto triste, non ha più voglia nemmeno di giocare con la sabbia.
Rosa e Rossano capiscono che qualcosa non va e si avvicinano al loro piccolo per cercare di capire cosa è successo. Anche un granchio curioso si avvicina a loro, ha sentito tutto quanto e vorrebbe essere d’aiuto a quella bella famiglia.
  • Che c’è Lillo? Che ti succede? Sembri triste e arrabbiato, possiamo esserti di aiuto? – chiedono i due genitori al piccolo.
Lillo non sa bene cosa rispondere, si vergogna di quel che hanno detto gli altri bambini e pensa: Magari loro non si sono accorti che io sono diverso da tutti e se glielo dico e poi non mi vogliono più? In fondo è vero che non mi hanno gonfiato loro, magari poi mi rispediscono dall’altra parte del mare. Uff! Che tristezza!!!
  • Ehi Lillo, - dice Rosa – ricordi ciò che hanno detto le cicogne? Devi cercare di sorridere sempre. Lo vuoi uno dei sorrisi che ci hanno regalato?
  • Ma non c’è proprio nulla per cui sorridere oggi!! – risponde Lillo.
  • Cosa è successo? Ti hanno fatto arrabbiare i tuoi amici? Ti va di raccontarci?
chiede Rossano. Ma Lillo è muto come un pesce, proprio non vuole correre il rischio di farsi mandare via da questi genitori, già gli altri sono scoppiati, non vuole perderli tutti.
Il granchio curioso si avvicina ancora un tantino e poi dice:
  • Vi prego di scusarmi, ma per caso ho ascoltato tutto.
Lillo allora pensa: Brutto impiccione, sta’ zitto! Perché non ti fai gli affari tuoi?
Ma il granchio continua:
  • So bene Lillo quali sono le tue paure, ma per essere figli di qualcuno non sempre è indispensabile essere stato gonfiato da loro. Sai l’aria che ti hanno dato i tuoi genitori blu è molto importante perché ti ha dato la possibilità di nascere, ma per crescere e per far parte di una famiglia è molto importante ricevere e accettare un altro tipo di aria, quella che viene dal cuore e questa, secondo me, è la cosa veramente più importante del mondo!
Lillo capisce che il granchio ha ragione e ne è felice, anche Rosa e Rossano ora hanno capito tutto e abbracciano forte il loro piccino. A Rosa scende anche una lacrima perché si è commossa ma la asciuga veloce cercando di non farsi notare. Rossano guarda Lillo e lo vede così piccino e stanco, è anche un pochettino sgonfio dalla fatica di quel lungo viaggio e di quella difficile giornata e allora gli chiede:
  • Lillo posso soffiare un po’ della mia aria dentro di te? Voglio che tu sia bello gonfio per questo ultimo volo verso casa nostra.
Casa nostra? – ripete Lillo nella sua mente – Allora sono davvero il loro figlio!
  • Certo! – risponde felice con un bel sorriso.
Rossano soffia delicatamente dentro Lillo un po’ della sua aria e poi ripartono coi tre cordini sempre stretti l’uno all’altro, salutando dall’alto il simpatico granchio.
Destinazione: CASA NOSTRA!!!

lunedì 27 dicembre 2010

La mia prima pagina uscita su Eco Risveglio nel novembre 2009

L'intervista di Echino a Nicoletta Costa

Questa intervista è stata fatta via commento sulla mia bacheca di fb, Nicoletta è stata una tra le prime persone che si sono fatte intervistare da me quando ancora ero un un giornalista pivellino e nessuno mi conosceva. :-D Una grande artista!!

Echino: Eccoti qua Nicoletta!!! Porca l'ochettina, mi tremano le gambe dall'emozione... Ma sono un giornalista serio, anche se bambino, perciò.. avanti tutta!!! Prima domanda: io ho faticato molto a scegliere tra le tue illustrazioni, ma tu ne hai una preferita o un personaggio che ami particolarmente?

Nicoletta: domanda difficile...sulla bacheca del mio profilo "pubblico" ci sono ora i gatti, gli ultimi nati...diciamo che oggi, ma forse solo oggi, sono i miei preferiti!

Echino: Acciderpolina, sto intervistando Nicoletta Costa, in persona, mi sta per venire un attacco di singhiozzo dall'emozione!!
:-) Senti Nicoletta, dimmi la verità tu preferisci scrivere le tue storie o illustrarle?

Nicoletta: direi che mi piace di più illustrarle...ma il processo è lo stesso, diciamo che più di tutto mi piace INVENTARLE...

Echino: :-) Ultima domanda, ho promesso di non approfittare della tua pazienza e sono un giornalista che mantiene sempre la parola data! Ti sei mai pentita di non aver fatto l'architetto? Io sono felice dei libri che ci hai regalato, ma pensa se le città d'Italia avessero i tuoi bei colori e la serenità dei tuoi tratti, non sarebbe fantastico?

Nicoletta: no non mi sono mai pentita, anche se per un po' avevo qualche nostalgia...

Echino: :-)) E noi ne siamo felici perché i tuoi libri ci piacciono davvero tanto!! Grazie per la disponibilità!!! Sei dolcissima come i tuoi personaggi! Ogni volta che vorrai parlare con noi ti aspettiamo. Bacini, bacetti e baciotti da Echino.

Recensione del 23.12.2009 La festa dell'albero Giovanni di Nicoletta Costa

Il libro che vi consiglio di leggere questa volta si intitola "La festa dell'albero Giovanni". Mi piace tanto leggerlo perché è una bella storia di amicizia tra un albero e una bambina. Giovanni è triste per aver perso le foglie, ma Bettina lo consola agghindandolo come un albero di Natale. E' una storia vera o un sogno? Occorre solo che lo leggiate, bambini, per scoprirlo...
La fantasia dolce di Nicoletta Costa, che ha scritto tantissimi libri per i più piccoli, e le sue illustrazioni semplici e allo stesso tempo solari, ci tengono stretti al mondo dei bambini.
Edito da Emme edizioni. Costa 14,90 euro

Un gioco di parole natalizio

La lieta novella
altro non è 
che una NOTIZIA bella.
"Notizia è l'anagramma 
del mio nome."
Sapete dirmi chi canta
questa canzone,
ricordando che
duro come il ferro
è il suo cognome?

Letterina ai bambini

Cari bimbi,
questo blog è dedicato a voi in particolare. Ci troverete le mie interviste agli scrittori e agli illustratori dei vostri libri, e poi recensioni, giochi di parole, favole. Sarà uno spazio per noi, per la fantasia e anche per brontolare contro gli adulti quando ci fanno girare le matite. Spero che avrete voglia di aiutarmi a far crescere questo nostro angolino virtuale, come se fosse un cortile, il giardino della casa dei nonni, dove ci troveremo per stare insieme, divertirci, chiacchierare, ma soprattutto giocare.
Aspetto le vostre letterine, le vostre foto, le vostre fiabe e recensioni, da pubblicare qui sul blog e su Eco Risveglio, il settimanale del V.C.O. (non ridete, non è quel che sembra, ma la sigla della nostra provincia, sta per Verbano, Cusio, Ossola) che mi ospita una volta al mese, ogni ultima settimana. 
Il mio indirizzo mail è echino.risveglio@gmail.com se volete parlare in privato con me, altrimenti scrivete sul blog.
Bacissimi e caprioline per tutti voi.
Abbasso gli adulti! Viva i bambini!!! :-D
Echino

domenica 26 dicembre 2010

Una poesia in regalo alla mia mamma Elisa!!

Il dono più bello

Regalami un sorriso,
regalati un sorriso.
Non di convenienza,
che mi scappa la pazienza.
Non di circostanza,
che mi viene il mal di pancia.
Un sorriso sincero,
azzurro, come il cielo.
Un sorriso schietto,
luminoso, come un rossetto.
Un sorriso umano,
che mi prenda per mano,
mi dia una carezza
e mi consoli piano.

Oggi è il compleanno della mia mamma illustratrice, Elisa Squillace, auguri mamma!!



AuGuRi MaMmA ELISA!!!


BUON COMPLEANNO!



                   HAPPY BIRTHDAY!!!



                         TVTTTB!!



           EVVIVA LA MIA MAMMA ELISA!!









venerdì 24 dicembre 2010

La fiaba di Natale di Echino: Un regalo originale



C'era una volta...
un presepe, un bellissimo presepe, con il muschio vero e l'acqua nel laghetto e tante statuine. Si trovava vicino alla finestra nella casa di un’anziana contadina, che amava sedersi a guardarlo, soprattutto nelle sere fredde, quando la neve scendeva calma e morbida sul paese silenzioso, nella stufa i ceppi scoppiettavano e le fiamme si rincorrevano giocando.
Erano momenti speciali quelli per lei: di riposo, dopo le sue lunghe e faticose giornate di lavoro e di pensieri, a volte allegri, altre volte di malinconia. Sempre però giungeva alla medesima conclusione: “La vita  è bella, comunque e nonostante tutto ed è una fortuna viverla.”
Una sera, l'antivigilia di Natale, la signora era turbata perché ancora non si era procurata i regali per i suoi cinque nipoti.
“Questi bambini hanno già tutto, cosa posso dare loro che non sia scontato?” si chiedeva, e poi: “...Domani domanderò consiglio ai miei amici, loro mi hanno sempre dato buone indicazioni!”
L'indomani mattina, quando quasi tutti nel paese ancora dormivano, la contadina si coprì per bene con due grossi stivaloni ed una calda sciarpa di lana e piano, piano, per non scivolare, si diresse verso la stalla.
“Buon giorno cari animali, avete riposato bene questa notte? E lei Bianchina ha ancora il raffreddore?” chiese la simpatica nonnina entrando là dentro.
“Buon giorno a lei Maria, tutto bene grazie. E lei come si sente?” risposero le mucche ancora un po' assonnate, sbadigliando. Malgrado si conoscessero da tutta una vita gli animali e la contadina si davano del lei in segno di profondo rispetto.
“Bene anch'io!” rispose lei “Ho solo un piccolo cruccio per i regali di Natale dei miei nipoti, non avreste qualche brillante idea per togliermi d'impiccio?” 
Allora Rosa, la più saggia tra le mucche, suggerì: “Senta Maria, noi abbiamo conosciuto e ammirato tanto in tutti questi anni la sua pazienza, il suo immenso coraggio, la sua sottile ironia e la forza che da lei sprigiona. Queste sue doti sono già un regalo per i suoi nipoti perché ogni giorno le sperimentano vivendole accanto. Perché non prepara per loro una torta speciale, non servono tanti balocchi per dire ad un bimbo: ti amo”.  
“Che splendida idea! Grazie, davvero gentile, ma dove la trovo una ricetta speciale?”
“Se promette di non darla a nessuno gliela suggerisco io, l'ho letta una volta nel libro di cucina della mia povera nonna, pace all'anima sua..” disse il toro con la sua voce da baritono e continuò:
“... Prenda il latte dalle mie gentili signore, si faccia dare le uova fresche dalle compari galline e poi zucchero e farina ed il gioco è presto fatto se non sbaglia la ricetta.”
La contadina, che aveva ascoltato attentamente, promise di non rivelare mai il segreto e dopo aver munto le mucche, dato loro da mangiare e ripulito stalla, conigliera e pollaio, si apprestò a rincasare non senza prima aver salutato tutti quanti i suoi amici.
Passò dalla bottega per comprare gli ingredienti che sapeva di non avere in casa ed il pane per il pranzo del mezzodì e con un sorriso particolarmente gioviale, salutando per strada i suoi compaesani, compreso il Parroco ed  il Sindaco, si diresse impaziente verso casa. Chiuse la porta a chiave, per non essere disturbata nel lavoro e dopo aver dato un'occhiata al suo presepe, si mise all'opera.
Prese una terrina di ceramica e un cucchiaio di legno e lesse quella bizzarra ricetta. 
Diceva così: rompere ventidue uova freschissime e lanciarle con vigore dentro la terrina che avrete precedentemente riempito di zucchero fino all'orlo, poi amalgamare con cura.
Così fece la nonna, incurante degli schizzi di zucchero e di albume che saltavano per tutta la cucina. Poi  prendere un setaccio e con una calma estrema setacciare tutta la farina.
Aggiungere un pizzico di sale ridacchiando e versare latte in grande quantità.
Solo chi è dotato di coraggio può credere in una ricetta così strana, pensò la nonna.
Maria impastò tutti gli ingredienti con passione, mentre la sua cucina stava diventando un vero campo di battaglia, però si divertiva proprio tanto. Aperto il forno mise la torta sottosopra per cuocerla, perché così diceva la ricetta e lei pensò: “Bisogna saper affrontare anche gli imprevisti nella vita!”
Quella sera, davanti al suo presepe, nonna Maria era proprio soddisfatta: “Che bel lavoro ho fatto! C'è ancora un po' di caos in giro, ma non è così importante.”
Alla mattina cinque grosse tazze fumavano sul tavolo e un profumo dolcissimo riempiva la casa. I bambini arrivarono di corsa, uno dopo l'altro, e senza scomporsi minimamente per il disordine che ancora regnava in cucina, si misero a mangiare quella torta gigantesca servita a testa in giù, felici di un regalo finalmente originale.

lunedì 20 dicembre 2010

Giochi di parole

Anagramma

Le OCHINE non sono piccole oche del cortile, se ben ci pensi troverai la soluzione è semplicemente l’anagramma del mio nome. 

La mia primissima recensione (scritta nel novembre del 2009)

Il mio giornale. Manuale per giornalisti in erba

Indovinate un po’ cosa sto leggendo in questi giorni? Un libro dal titolo: Il mio giornale. Manuale per giornalisti in erba.
Sì, beh, insomma sono anch’io un giornalista alle prime armi e mi sto documentando. Questo libro è un interessante viaggio per capire come si realizza un giornale, partendo dalle fonti, passando per la redazione, fino ad arrivare alla pagina stampata.
Insieme a mamma e papà, o con la maestra e i compagni, potete anche creare il vostro giornale personale o di classe con l’aiuto del CD che vi insegna ad impaginare gli articoli e le immagini.
Il libro è stato scritto da due giornalisti: Fabio Galati e Laura Montanari. Illustrato da Francesca Rossi. Edito da Lapis edizioni. Costa €.15,50

domenica 19 dicembre 2010

Echino’s English corner


Voglio giocare con te anche in inglese. Leggi e colora il mio saluto e la mia presentazione.




Hi Kids!
My name is Echino.
Play with me!

Echino emozionato a teatro


Che sballo l’Opera ragazzi!!! Ci siete mai stati in un vero teatro? No, vero? I grandi sono convinti che noi a teatro ci annoiamo e disturbiamo. Siamo piccoli, non trogloditi!
Beh, vi racconto la mia prima serata come spettatore al teatro Coccia di Novara.
Sono stra super iper emozionato e eccitato.
Entro nella sala e resto senza fiato. Il palco è ancora chiuso dal sipario, due tendoni bellissimi e morbidi di color marrone chiaro, subito penso: me ne basterebbe un pezzetto per farmi un  elegante copriletto! Poi gli occhi salgono ancora e... WOW!! C’è una cupola sopra la mia testa con al centro un lampadario immenso. Chissà che fatica fanno a tenerlo così pulito e lucido? Ho anche paura al pensiero che possa cadere sulle teste di noi spettatori, ma poi rido a questo pensiero e lo caccio via. E tutto intorno, davanti ai palchetti, che somigliano a eleganti celle per le api, vedo delle lampade tonde strabelle. Non riesco a contarle, perché sono tantissime. Lo spettacolo comincia, le luci si abbassano e diventano fioche e a me sembrano lucciole dei prati. Non vi dico le poltrone... morbide e comode, che se proprio  lo spettacolo vi annoia, ma secondo me è impossibile!, potete farvi una bella dormita. Ah, dimenticavo l’orchestra... sotto al palco, in una specie di buco, ma è fatto apposta così, non sono in castigo, tutti gli orchestrali, con il maestro che dirige.
E il sipario si apre sulla prima scena della Turandot. Che spettacolo! Una scenografia imponente, sembra un castello o la cinta di un’antica città, gli attori indossano abiti antichi e hanno sciabole e spade luccicanti, al solo pensiero di andare al parco giochi conciato così  mi scappa da ridere. La musica parte insieme al canto. E’ vero, non capisco tutte le parole, ma la storia sì, perché sto attento. La principessa di Pechino Turandot non vuole sposare nessuno e quindi sottopone ad ogni pretendente tre enigmi, che nessuno sa risolvere e a chi sbaglia viene tagliata la testa. Cattivella questa principessa, mi ricorda la mia compagna di banco!! Ma il principe Calaf, innamorato di lei,  ce la fa e poi, probabilmente per vendicarsi degli enigmi di quella smorfiosa, le chiede di indovinare il suo nome.
Ma non ve lo racconto tutto, andate a vederlo. Chiedete a mamma e papà di portarvi a teatro, o ai vostri insegnanti, ne vale la pena. Ce ne sono tanti di teatri, anche vicino a voi e ci sono gli spettacoli al mattino, fatti proprio per gli studenti.

Le recensioni di Echino (scritta il 13.01.2010)

Luisa, le avventure di una gallina

Chi di voi ha mai conosciuto una gallina avventurosa? Ve la presento io, si chiama Luisa. La sua storia - davvero insolita per una pollastrella – è ambientata tra feroci pirati, acrobati del circo e maghe misteriose. Potete leggerla nel libro: Luisa, le avventure di una gallina. L’autrice è Kate Dicamillo e le illustrazioni, di Harry Bliss, sembrano poesie colorate. Edito da Mottajunior costa €. 12,00 Per addormentarvi la sera sognando mondi lontani! 

sabato 18 dicembre 2010

La prima intervista è per la mia mamma illustratrice: Elisa Squillace

Alpe Devero - Parco naturale

Elisa e Giuliana

Bruno e Rosi (proprietari della Casa Fontana)
www.casafontanadevero.it

Uno dei quadri di Elisa


Elisa Squillace, illustratrice, ha studiato all'Istituto Europeo di design a Milano e ora vive e lavora a Ghiffa. Domenica 5 dicembre è stata inaugurata la sua mostra di illustrazioni, presso la Casa Fontana di Devero. Io l'ho intervistata per voi.

Come ti sei avvicinata al mondo delle illustrazioni?
Ero piccina quando ho scoperto di amare i libri, li sfogliavo, mi piacevano tanto i mostri e le fatine. Mi perdevo tra le pagine colorate dei libri. Poi da grande ho scoperto che c'erano persone che lavoravano con le illustrazioni e che era un mestiere, così ho deciso di provarci anch'io.

Quando ti propongono un lavoro, da cosa parti per creare le tue immagini?
Parto dalla lettura del testo e lascio correre la fantasia liberamente. Faccio degli schizzi, a volte sono dei pasticci che butto via, altre volte li vado a recuperare e magari diventano i personaggi del libro.

Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere questa carriera?
Consiglierei di armarsi di tanta pazienza, di non arrendersi mai e di non scoraggiarsi, ma soprattutto di ricordarsi sempre per chi sta disegnando, cioè i bimbi.

Quanto c'è di te in ogni tua opera?
Questo dipende dal testo: se mi piace lo faccio mio e metto molto di me, altrimenti no.

Qual è il tuo personaggio preferito? Attenta a quel che rispondi perché sei su di un terreno minato!! (Elisa è la mamma illustratrice di Viola e di Echino. n.d.r.)
Direi Viola e Echino in assoluta parità!! :-D

Ultima domanda: ti senti più Viola o più Echina?
Più Viola!!

Sgrunt!! Sono un po' geloso... :-(

Grazie Elisa per questa bella intervista!!! Una capriolina per te.  

E una filastrocca: Un libro

Un libro
Un buon libro è allegria 
perché i pensieri porta via.
Un buon libro è il calore 
di immagini e di parole.
Un buon libro è la gioia
di una giornata senza noia.
Un buon libro è l’avventura 
dentro un sogno, in miniatura.
Un buon libro è la distanza 
che percorri fermo in una stanza.
Un buon libro è la magia 
che fa viaggiare la fantasia.

Un buon libro è la dolcezza 
di mamma e la sua carezza.

Un buon libro è il bel sorriso
 del mio babbo sul mio viso.

Un indobus o rebusnello

Indovina un po'...  (2 parole: 6 e 8 lettere)

Ci si dorme la notte.                          XXXX
Il marito della regina                         XX

Avanti Cristo (acronimo)                    XX
I più fedeli amici dell’uomo               XXXX
Sigla di Torino                                   XX

Una fiaba di benvenuto: Il Signor Ronfoni

Il Signor Ronfoni

C’era una volta…
il signor Ronfoni. Un uomo cicciotto e tondo come una palla da calcio. Viveva in una casetta con un piccolo giardino, tondo, come lui. Era gentile e cordiale, salutava sempre tutti con un gran sorriso, ma aveva un terribile difetto. Siccome viveva da solo e si annoiava parecchio, trascorreva le giornate, seduto su di una sdraio, tonda, nel suo giardino tondo, dormendo e … russando.
Intorno alla sua casa, tutti si dovevano tappare le orecchie per il rumore tremendo che faceva il signor Ronfoni, quando russava. Gli uccellini, sull’albero del giardino, cadevano dal ramo spinti dal rumore. Lila, la cagnolina della vicina, si copriva la testa con un cuscino per non farsi scoppiare i timpani. I bambini indossavano i caschi da sci e poi urlavano per parlarsi perché non riuscivano più a sentirsi; gli adulti giravano con le dita nelle orecchie e… non era un gran bello spettacolo!
Di notte poi non cambiava nulla, perché il signor Ronfoni dormiva: di giorno in giardino... e la notte nel suo letto… sempre russando come una motosega.
Ronf, ronf, ronf, ronf….
Accipicchia che grosso problema era il signor Ronfoni!
Gli uccellini, la Lila e i bambini decisero che era ora di trovare una soluzione. Aspettarono che il signor Ronfoni si addormentasse nel suo tondo giardino. I bimbi scavalcarono la tonda staccionata, portando tutti i loro libri di fiabe e li posarono intorno alla tonda sdraio, poi si nascosero dietro le piante. A quel punto Lila cominciò ad abbaiare con tutto il fiato che aveva in gola e gli uccellini si misero a cinguettare il più forte possibile.
Il signor Ronfoni fece un salto sulla sua sdraio tonda, che si ruppe e lo fece cascare per terra in mezzo ai libri di fiabe, naturalmente svegliandolo.
Che succede? pensò Ronfoni, che subito vide tutti quei libri. Un grande sorriso si allargò sul suo viso tondo, prese in mano un libretto colorato e cominciò a leggere ad alta voce.

C’era una volta...

I bimbi, piano, piano, uscirono dai loro nascondigli e andarono a sedersi attorno al signor Ronfoni, per ascoltare la fiaba. Arrivò anche la Lila e gli uccellini, finalmente, poterono stare seduti tranquilli sul ramo dell’albero. Il signor Ronfoni, felice, leggeva e leggeva; finito un libro ne iniziava un altro, perché i bimbi dicevano: - Ancora uno, per favore! –
E così trascorse tutta la giornata. Alla sera si salutarono con la promessa di rivedersi il giorno dopo.
La notte - sorpresa delle sorprese! - il signor Ronfoni era così contento, che sognò di leggere e non ebbe il tempo di russare, così tutti poterono dormire tranquilli.
Lila strizzò l’occhio agli uccellini, contenta della brillante idea che aveva risolto il problema.